Sono asmatico. Ma non sono Chris Froome

 

La mia prima crisi asmatica è comparsa all’età di 4 anni. Svegliarsi nel cuore della notte, in preda agli spasmi, con la sensazione di soffocare, non è una cosa facile da gestire a quell’età. Ricordo bene, come a carponi cercassi con fatica di conquistare la camera dei miei genitori, nel disperato bisogno di aiuto. La salvezza si chiamava Salbutamolo.

Tutta la mia infanzia e la mia adolescenza è trascorsa così, fra periodi in cui le crisi respiratorie si susseguivano, alternandosi a periodi dell’anno migliori. Specialmente in primavera, i giardini e l’aria aperta erano per me una zona off-limit, avventurarcisi portava sempre a conseguenze decisamente “complicate” e così restavo in parte protetto all’interno dei muri della mia camera.

Come altri bambini, mi sono sciroppato tutto l’iter che al tempo costituivano il rimedio e la cura: lomudal, vaccini di tutti i tipi, cortisone alla bisogna, ed ovviamente salbutamolo come se piovesse. Il Ventolin (nome commerciale del salbutamolo sotto forma di erogatore spray/puff) era il mio migliore alleato. Sempre in tasca, ogni giorno, in ogni momento. Dopo un po’ divenne una routine, sapevo di cosa si trattava, imparai a gestirla, anche se come detto ero costretto a delle limitazioni.

Nella primavera dei miei 20 anni, ebbi un periodo di crisi molto forte e prolungato. Uno di quelli, in cui un “puff” ti basta per non più di 30 minuti e poi sei di nuovo punto a capo. Uno di quelli In cui fare un piano di scale, diventa un problema e ti obbligava a piegarti sulle ginocchia per rifiatare. Mi dissi che non poteva continuare così e mi decisi a cercare soluzioni alternative. Il primo step, consisté nel fare attività fisica a basso sforzo, in modo tale da creare la crisi, ma non scatenarla. Fu soprattutto un esercizio di carattere psicologico, che mi aiutò molto nel capire che “si” si poteva percorrere una strada nuova. Poi, un bravo pneumologo, dopo tutti gli ennesimi accertamenti del caso, mi calibró una cura a base di Seretide (broncodilatatore + corticosteroide) che unito all’assunzione del  Montegen,  fece il miracolo…

E rinacqui.

Da quel giorno, ho scoperto/riscoperto la gioia nel fare dello sport, ed incredibilmente mi sono spinto sempre di più verso gli sport aerobici e di resistenza. Oggi, faccio sci di fondo, ho corso una maratona e sono un inguaribile ciclista.

Vi sto forse convincendo che un asmatico può fare sport? Si. Ma con qualche doverosa precisazione. Io sono un amatore. Non sono obbligato a sopportare il livello di sforzo richiesto ad un professionista, ne per intensità, ne per durata. E per riuscirci, sono dovuto ricorrere a delle cure un po’ più “strong” di un qualche puff di salbutamolo.

Vorrei ora che mi seguiste in un semplice ragionamento: una giornata è composta di 24 ore.  Leviamo le canoniche 8 ore di sonno in cui di solito, il problema “asma” si manifesta di meno. Restano 16 ore che possiamo definire come attive: facciamo una ipotesi di assumere un puff ogni ora, perché il periodo magari è veramente a forte pressione… totalizziamo quindi 16 puff giornalieri di salbutamolo, pari a 1600 microgrammi di principio attivo. Ora, se guardò alla mia storia, al mio vissuto, quando ero obbligato a ricorre a tale intensità di dosaggio, il mio fisico era letteralmente spezzato in due da questa patologia…. Il problema non era non riuscire a fare sport, il problema era, non riuscire ad avere una vita normale.

E cosa dice l’agenzia mondiale antidoping? (WADA) Il dosaggio massimo consentito per uno sportivo che non abbia esenzioni terapeutiche è pari all’assunzione di 1600 microgrammi per sola via inalatoria. Per andare nel pratico, un massimo di 16 puff in 24 ore. Sono tantissimi, come vi ho spiegato, sulla base della mia esperienza…. Ma sono tantissimi anche perché, la posologia prescritta dalla casa farmaceutica che produce il ventolin è di un massimo di 2 erogazioni consecutive, per un totale di 4 volte die, quindi non più di 8 erogazioni al giorno (quindi 800 microgrammi massimi). Stiamo quindi affermando che la WADA consente un utilizzo pari al doppio di quello comunemente prescritti da un medico ad un normale paziente affetto da patologia cronica…. Mi scappa già qui un wow!

Naturale che, se la WADA, autorizza questo dosaggio di per se molto elevato, abbia ben calcolato, quella che è  la quantità massima rintracciabile nelle urine, (come frutto del metabolismo residuale della molecola) ponendolo pari a un valore di 1000 nanogrammi per millilitro di urina analizzata.

Bene ricordare a questo punto che a Froome sono stati trovati 1900 nanogrammi nelle urine (quasi il doppio del massimo consentito) e che il nostro Ulissi ebbe una squalifica di 9 mesi per un dosaggio riscontrato pari a 1920 nanogrammi e Petacchi fu anch’egli squalificato ma per 24 mesi in quanto positivo per un valore di 1320 nanogrammi.

Ora, quindi, il nostro Chris dimostrerà o meglio, dovrà dimostrare che tale residuo ritrovato è frutto di un cattivo metabolismo della molecola, da parte dei suoi reni, (così infatti ha dichiarato il suo Team). Io non sono un medico, (sono solo un povero asmatico) per parte mia gli dico “auguri,  in bocca al lupo”. A quei dosaggi, io non riuscivo a farci le scale mentre lui ci corre e vince Tour de France e Vuelta con una superiorità a volte imbarazzante. Misteri. La puzza di bruciato è veramente troppo forte da sopportare per me.

Comunque, diamo per buono che, fino a prova contraria, una persona debba essere ritenuta innocente, perché quindi tutta questa storia mi indispone oltremodo? La realtà è che sono veramente poco indulgente, nei confronti dell’ultimo vincitore della Vuelta. Sono poco indulgente, perché troppo spesso Lui si è eretto a portabandiera di etica, buona morale e di fair play in perfetto stile British. Quindi, per esempio, tutti addosso ad Aru, quando scatta in salita mentre Frome chiama l’ammiraglia (che basso livello di stile..), ma ovviamente nessuna polemica, quando il campione (pensando di non essere ripreso) rifila uno spintone micidiale in gara allo stesso Aru, sulla base del “non l’avevo visto”. E il fair play dove è finito? Tendiamo tutti a dimenticarci di quando non famosissimo, fu squalificato dal giro per essersi fatto trainare da una moto…. Signori e signore, passa il Pulman Sky e neanche fosse la regina d’Inghilterra ci sfiliamo il cappello ed abbassiamo il capo in segno di reverenza e rispetto.

La regola è che se decidi di fare il primo della classe, ne accetti il peso. Caro amico, avrei forse imparato ad amarti, se, invece di aspettare che la notizia trapelasse, Tu, avessi preso la situazione in mano, ed avessi dichiarato Tu stesso, il valore delle tue analisi, ed il tuo punto di vista. Sarebbe stato bello se Tu, ti fossi auto sospeso, in attesa che venisse chiarito l’accaduto… allora sì che avresti dato un magnifico segnale di trasparenza e classe. Ma invece no…. Ti sei fatto il tuo mondiale, pur sapendo di essere positivo. Sei apparso in conferenza telematica, durante la presentazione del Giro d’Italia per dire che avresti sfidato tutti,  dichiarando i tuoi obiettivi per la stagione, come nulla fosse, sfoggiando tutta la tua solita scarsa empatia….

Tutti dicono che sarà un processo lungo e complicato. Male. Male per il ciclismo, che su questo tavolo, rimette in gioco quel poco di fiducia, che i suoi appassionati ancora gli lasciano come credito.

Sono curioso di vedere la fine. Sono curioso di capire se è quanto peso possa giocare sulla WADA e sulla UCI, il peso del team ciclistico più forte e ricco del mondo.

JT.       jt@cyclist4passion.com