Amo la carta stampata ma scrivo un blog. Adoro i libri ma uso anche un Kindle… Insomma sono (spesso) diviso fra una passione per al tecnologia ed un amore per la “tradizione”.
E per anni, sono stato uno di quelli che letteralmente gioiva, nel momento in cui, pubblicavano la tua rivista preferita, ed uscendo dall’edicola, gia assaporavo il momento in cui l’avrei sfogliata… Ma anno dopo anno, mi sono via a via disaffezionato a molte testate: troppa pubblicità, pochi contenuti, troppi articoli che strizzano l’occhiolino alla pagina successiva in cui, guarda caso, appare una pubblicità del prodotto poco prima recensito…
Una eccezione nel panorama è rimasta BS (Bicisport) che da sempre è rimasta fedele alla sua linea editoriale: parlare soprattutto di agonismo raccontando storie, parlando di persone, muovendo passione. Una rivista letteralmente da leggere, non da sfogliare. Non posso non amarla.
Ma questa primavera ho notato per caso, una nuova referenza dall’edicolante, Cyclist: fedele al motto “provare per credere”, l’ho subito comprata. Ora, dopo l’uscita del numero 6 (ed averli letti tutti) mi sento di poter dire che finalmente qualcosa nel panorama editoriale si sta muovendo…
Mi spiego meglio: in un nazione come l’Italia in cui se su un attrezzo sportivo non appare la scritta “Race” o “Competition”, legge alla quale non si sottrae nemmeno la carta stampata, la redazione di Cyclist ha avuto il coraggio di intraprendere una via diversa: raccontare la nostra passione, unendo ad una grande attenzione per l’aspetto grafico, corposi testi, che puntano letteralmente a narrare un percorso, piuttosto che un avvenimento, o una intervista con un atleta. Ne nasce un giornale fresco nelle sue linee, moderno nella sua interpretazione, piacevole nella lettura, onesto nel trasmettere i suoi valori. Si, parlo di valori, valori che oggi più che mai, un lettore sempre più smaliziato, sempre più informato e sempre meno disponibile ad accettare compromessi, cerca con avidità nella rete, anche perché, sempre più spesso, non li trova più nella carta stampata. Il tutto anche unito, ad un momento storico in cui, l’interpretazione dello sport, sta svoltando abbastanza velocemente verso una tendenza sempre meno spinta all’agonismo e sempre più orientata, al piacere di vivere lo sport, come momento di socializzazione, di benessere e di realizzazione della propria persona, quindi sempre più lontani dallo stress della competizione, che già troppo spesso ci affligge nella vita quotidiana e nel lavoro.
Insomma: la rivista mi piace ed anche molto. Bravi per il coraggio e bravi perché ci avete fatto vedere, che si può fare qualcosa di diverso: Bravi anche perché, pur essendo una testata di matrice Inglese e declinata in diverse nazioni (l’ho trovata anche in Francia per esempio) siete riusciti a dare una forte connotazione Italiana, ad ogni singolo numero uscito.
Nel momento in cui vi scrivo è uscito il numero di agosto/settembre. Nell’editoriale di seconda di copertina, molti dei concetti da me espressi sono riportati in forma diversa, ma non così lontana nel contenuto. E’ stata una piacevole sorpresa, anche se, devo ammetterlo, immediatamente ho pensato “Porca menta mi hanno bruciato il mio prossimo articolo….”: ma superata la stizza del momento, mi sono detto, che evidentemente il mio percepito, non è assolutamente diverso da quelle che erano le volontà delle direzione e delle sue linee editoriali. Un motivo in più quindi, per celebrarLi !!!
La brutta notizia dell’ultimo uscito è che si tratta di un numero doppio. Dovrò aspettare fino ad ottobre per sfogliare la mia rivista preferita!
Enjoi It.
JT jt@cyclist4passion.com