Ho visto questo tweet, ed ho pensato immediatamente “Centro”. In meno di 160 caratteri, una sintesi perfetta del fenomeno Sagan e dei sentimenti che questo ciclista riesce a scatenare nel pubblico, in maniera molto, ma molto, trasversale….
Ma chi è Peter Sagan? Senza entrare troppo nel dettaglio (San Wikipedia può fare certo meglio di me..) il simpatico Slovacco è della classe del 1990, professionista dal 2010, ed arriva dalla MTB. Per anni chi lo conosceva bene, lo descriveva come un talento puro, ma per altrettanti anni si è guadagnato la fama di eterno secondo. Forte si, ma non vincente.
Lui non se ne è fatto mai un problema: a chi lo punzecchiava dopo l’eterno piazzamento, ha sempre risposto, con la calma di un gatto arrotolato in inverno davanti al camino acceso. Mi sono sempre chiesto, se questa calma e forza interiore, fosse reale o se ci trovassimo solo davanti ad un bravo ciclista/attore, che si accontentava del secondo posto. Come chi svolge bene il compitino, ma non ha veramente fame di vittoria.

I miei dubbi sulle sue attitudini di attore, si sono accentuati quando ha deciso, con le neo sposa Katarina Smolkova di girare uno short movie, replicando la scena del parco divertimenti del film “Grease”. Devo ammetterlo, ho pensato in maniera quasi definitiva che si, aveva sbagliato mestiere.
Poi il signorino, in meno di 24 mesi ha infilato 2 mondiali, un titolo europeo, la maglia verde al tour, la classica monumento “giro delle Fiandre” ed un’altra mezza svagonata di piazzamenti e tappe. Ah… alle Olimpiadi, considerando che il circuito della prova stradale, non si adattasse alle sue caratteristiche, ha deciso di partecipare alla prova olimpica di MTB. Così, senza preparazione, giusto per vedere… Metà circus se l’è letteralmente fatta addosso per la paura. Dio ha voluto che al primo giro forasse, altrimenti…
E’ evidente che mi ero sbagliato. Quest’uomo è nato per fare il ciclista.
Ma perché quando vince, mette d’accordo tutti? Cosa c’è in Lui che scatena l’empatia delle persone?

Peter Sagan è indiscutibilmente un personaggio. Nel modo in cui si atteggia, nella sua stravaganza, nel modo in cui vince. Non abbiamo mai la percezione che sia fuori dalle regole, od oltre il limite, al contrario, la percezione che si muova abilmente fra la necessità di essere professionale e professionista, ma con un occhiolino strizzato alla vita, alle cose belle che questa ci può dare, all’ironia che possiamo mettere nella vita di tutti i giorni. E’ questo, è veramente questo, che ce lo fa apparire più umano, meno macchina, meno perfetto, meno primo della classe. Lui è il nostro compagno di banco, che con una battuta conquistava quella iena della profe di Mate, strizzava l’occhio alla bionda della classe, ma che era pronto a rinunciare ad una “serata sicura” per stare con gli amici a fare casino.
Ci sono atleti che hanno vinto tanto, tantissimo. Ma ce ne sono altri che hanno vinto molto meno, ma per sempre resteranno nella nostra mente, od addirittura nel nostro cuore. A volte ci hanno diviso, a volte ci hanno unito: ma tutti hanno in comune il loro carisma, come atleti, ma sopratutto come persone. Galvanizzano le folle, catturano la stampa, convergono interessi, fanno girare emozioni e spesso anche grandissime economie.
Qualche esempio? Valentino Rossi, Gill Villeneuve, Alberto Tomba, Francesco Totti, Bebe Vio, Alex Zanardi, John Tomac. Le loro antitesi? Due soli semplici esempi, Jorge Lorenzo e Chris Froome.
Attenzione, il mio non è un giudizio sulle doti atletiche o sulle persone è un ragionamento che parla di cuore contro raziocinio, di passione contro calcolo, di istinto contro metodo. Ed è un dato di fatto, sono le passioni che muovono i sentimenti, sono le grandi passioni quelle travolgenti, che trasformano questo mondo.
E lo sport ha bisogno di passione, ne ha una fame disperata, perché sempre di più ci appare evidente il business e sempre meno, abbiamo la sensazione che siano le vere emozioni a vincere.
E ben vengano quindi i Coppi contro i Bartali, i Valentino contro i Lorenzo.
Benvenuto Sagan. Continua a vincere con lo stile con cui sei abituato a muoverti. E sarai per sempre nell’Olimpo dei grandi. Perché per essere dei grandi campioni non basta essere dei grandi atleti.
JT jt@cyclist4passion.com