“il Carpegna mi basta”

Il Carpegna è una salita, indissolubilmente legata a quel grande campione di Marco Pantani. Era la sua salita, era casa sua. “Il Carpegna mi basta” è diventata una frase che è entrata nella leggenda: pronunciata dallo stesso Marco, per spiegare al mondo, che non aveva bisogno di molto per capire se poteva vincere un grande Giro. Gli bastava partire dalla sua Cesenatico, ed arrivare fin qui, buttare giù un dente, salire sui pedali ed ascoltarsi. Pantani, non provava mai le salite dei grandi Tour, le affrontava alla cieca, lui aveva il suo Carpegna.

Una salita feroce, senza sconti, in cui non possono passare le macchine e persino i ciclisti sono veramente pochi. Un posto per solitari, per gente che vuole soffrire davvero, che non vuole nascondersi, che prende la vita a muso duro. Una salita abbastanza breve, circa 5,5 km, una salita che in tutto e per tutto ricorda Marco il ciclista, Marco l’uomo, una salita difficile e breve esattamente come è stata la sua esistenza.

Potendo godere di qualche giorno di vacanza in quel di Riccione, ero fra le altre indeciso se percorrere con la mia specialissima, la Nove Colli o salire sul Carpegna. Ma se leggenda deve essere, mi son detto, che sia il Carpegna, per la Nove Colli ci sarà un’altra occasione, magari prima o poi anche con il numero attaccato sulla schiena. E poi, come non poter onorare il campione? Troppo mi ha fatto sognare ed emozionare per non offrirgli un piccolo tributo.

E così, per sfuggire al caldo torrido, ore 6.00, già in bicicletta, ma non prima di un cornetto e di un caffè sul lungomare, con l’obbiettivo di rientrare e riuscire a mettere le gambe sotto il tavolo insieme al resto della famiglia per non perdere un bel pranzetto a base di pesce. Bella terra questa Romagna…

Per arrivare fino all’omonimo paese di Carpegna, da cui parte la salita definita del Cippo, bisogna sciropparsi circa 45 km, che non sono esattamente in piano: si tratta di una progressione continua di mangia e bevi (più mangia che bevi) che dal livello del mare porta fino a quota 700m. Una abbondante serie di cartelli, identificano la salita del mito, ma sostanzialmente arrivando in paese, si troverà a destra. Parte subito cattiva, giusto per mettere in chiaro le cose: dopo qualche centinaio di metri c’è una chiesa sulla destra e a sinistra una fonte d’acqua.

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una delle centinaia di scritte che troverete sull’asfalto lungo il percorso

Se decidete di affrontarla, una serie di scritte sull’asfalto “Il Carpegna mi basta”, vi faranno subito entrare nell’atmosfera del luogo. Se avrete la forza di alzare la testa, lungo la prima rampa, un grande portale inneggiante al Pirata, vi ricorderà che state scalando una salita che ha fatto la storia. Poco dopo la strada svolta a destra e spiana. Per soli 30 metri. Fino alla cima non vedrete altro che salita…

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Ho definito la salita del Cippo come evocativa: io l’ho fatta in totale solitudine, non una macchina, non una persona, non un ciclista. Le scritte che ricordano Pantani, si susseguono sull’asfalto in continua successione. Molti tratti sono immersi nella vegetazione del bosco e nulla si sente se non il frusciare degli alberi: poi, lungo il muretto di un tornante, appare una scritta “si sente solo il tuo respiro” e per me è stata commozione forte. IMG_20170721_090718287Certo, la frase, poteva essere rivolta a qualsiasi amatore che passi di qui “sono solo e posso sentire solo il mio respiro”, ma la mente corre subito a lui, non può essere altrimenti, perché qui ho avuto veramente la sensazione di essere in un piccolo santuario, fatto di tornanti, salita, di sudore grondante, una piccola via Crucis in cui ogni scritta era l’equivalente di un portacandele su cui accendere la nostra piccola offerta.

Dopo circa tre km, troverete il Cippo, con una piccola scultura che riporta a Marco ed un Bar ristoro: la strada è chiusa con una barra ed il passaggio è consentito solo a ciclisti e forze dell’ordine. Circa altri 2 km vi separano dalla vetta, ma non saranno una passeggiata. Molte energie le avrete già bruciate, e sul tratto già percorso, il mio Garmin molto raramente è sceso sotto il 10%, ed ho dovuto letteralmente ignorarlo e ritrovare concentrazione quando per un paio di volte ho visto apparire un 16%.

IMG_20170721_094130439In totale saranno 22 tornati, tutti magnificamente segnati, con indicazioni sull’altitudine e la distanza dalla vetta. E poi arriverete in cima e come spesso accade, in pochi istanti, la gioia e la soddisfazione saranno tali da annacquare la fatica realizzata. Lui sarà lì, stampato su un cartellone, ad aspettarvi ed a godersi il fresco dei 1423 metri, con il braccio alzato in segno di vittoria, la maglia rosa indossata e quell’espressione di chi non è mai veramente felice fino in fondo.

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E’ ora di ritornare, prima la discesa e poi i mangia e bevi fino a Riccione (più bevi che mangia). Un bel vento contrario mi ricorda che “le fatiche non sono finite”. Riesco comunque brillantemente a sedermi a tavola con i miei cari: ho 115 km in più nelle gambe ed un dislivello positivo di 1960 metri. Sono stanco, ma ho un sorriso beato stampato sulla faccia. Mio figlio mi chiede se è stato un bel giro: “bellissimo, stupendo” è stata la mia risposta. Spero che anche lui possa un giorno capire perché. Spero tanto che il ricordo di Marco, non sbiadisca nel tempo, come il suo cartellone in cima al Carpegna.

JT        jt@ciclist4passion.com

 

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