150 S-Miles: Io sono fra i fortunati che c’erano…

Ci sono cose, fatti, azioni, che sono in grado di incrementare la tua energia ad un livello tale da risultare non comprensibile, a chi non le vede con i tuoi stessi occhi. Stiamo  parlando degli occhi altrui, di coloro i quali, a questi fatti, a queste azioni non fanno partecipato.

Ed è sempre nei loro occhi, quando spieghi che hai partecipato ad una specie di randonnée Gravel di 2 giorni, per un totale di 260 km e di oltre 3000 metri di dislivello, quasi tutti in fuoristrada, quegli occhi, riescono a vedere solo la fatica che hai dovuto deglutire km dopo km…. Pochi, solo pochi, sono quegli occhi in grado di andare oltre, percependone la profonda bellezza, l’intensità, l’energia che ne è scaturita.

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Il mio destriero con i suoi finimenti.

Perché questo è stata la 150 S-Miles, 2 giorni a pestare sui pedali, sudando e costruendo relazioni con chi ti stava accanto, nella cornice di questo bellissimo territorio Piemontese, che molto ha da offrire agli appassionati di ciclismo (ed ovviamente non solo a questi…)

Non entrerò nel merito della genesi e dello spirito anticipatore di questo evento perché ne ho già parlato (qui), tenterò invece, senza annoiarvi troppo di parlarvi del mio vissuto.

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Il road book ed I suoi bellissimi 6 timbri…

Alle 7.15 di sabato mattina in una sessantina eravamo pronti alla partenza, ultime formalità di registrazione, pacco gara, traccia sul Garmin caricata e via! Non conosco quasi nessuno… poco male! Pedaliamo alla ricerca del primo checkpoint su cui far apporre il timbro. Alla fine, dovranno essere 6 in totale sul nostro road book.

L’anello da percorrere è in senso antiorario, tutto intorno a Torino passando dal Cuneese, le Lange e poi a rientrare verno la parte nord della città, Venaria Reale e finalmente arrivo da dove siamo partiti, i laghi di Avigliana. Lungo il percorso, incontreremo le principali opere architettoniche che rendono unico questo territorio, uno per tutti, la reggia di Stupinigi.

Il caldo è torrido, in alcuni momenti asfissiante, una ulteriore difficoltà al percorso, ma a quanto pare i partecipanti hanno riserve di entusiasmo (e di acqua) sufficienti per affrontare qualsiasi insidia…

Va annotato che gli 150S-Milers sono una popolazione quanto mai variegata, che

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Notare please la gomma posteriore                           categoria  “da scavo”…

passa attraverso tutti gli estremi possibili. Se ad esempio prendiamo in considerazione le tipologie di mezzi utilizzati, probabilmente io ed il mio amico Bart, rappresentiamo gli estremi in termini di esasperazione: io pedalo una Cannondale Slate con le gomme totalmente slick, lui una fat bike di Canyon la cui larghezza delle gomme è pari a quella di una F1. Inutile dire, che patirò come un cane sui tratti sabbiosi e sulle discese tecniche, per poi rivalermi sui drittoni pianeggianti. Per il mio compagno sarà l’esatto contrario, ma in ogni caso, entrambi taglieremo il traguardo (felici). Penso che questo esempio, molto dica dello spirito e della determinazione dei partecipanti e dello spirito della stessa 150S-Miles, dove non conta chi sei o cosa pedali, ma contano invece la passione e la determinazione…

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Pronto per la notte. Un 5 stelle, mi avrebbe dato meno soddisfazioni.

A meno di un km dalla fine delle fatiche della prima giornata, foro la gomma posteriore. Non avendo voglia di smontare tutto il bikepack per affrontare la riparazione, spingo la bici fino al punto di raduno e prima di ristorarmi mi dedico alla manutenzione. Segue doccia, segue birra, segue cena (in compagnia), segue nanna… su un materassino e sul pavimento di una palestra (caldissima) insieme a tutti gli altri 60 partecipanti. Bellissimo, era una vita che non facevo cose così….  Per la stanchezza mi perdo uno spettacolo organizzato nel dopo cena da Fabio Consoli un appassionato ciclo-viaggiatore,  peccato, mi dicono essere stato veramente bello.

Al risveglio (5.40) la mia schiena mi ricorda inesorabilmente, che non sono più un ragazzino. Ma ci penserà l’adrenalina a compensare il disagio e a rimettermi in moto. Se la prima giornata stata duretta, ma nel complesso è ben passata (122 km e 1100 m positivi) la seconda giornata sarà ben peggiore (140 km e 1850 m positivi). Alle 6.50 siamo già partiti, con quella che oramai possiamo considerare una squadra di fatto: siamo ben assortiti, un ingegnere, un agronomo, un vigile, un venditori di bici… fil-rouge in comune, la passione per questo sport e quel briciolo di coraggio che serve per buttarti in imprese come queste.

La giornata si dimostrerà lunga ed ancora una volta molto calda: l’abbronzatura che ne deriverà sarà degna del miglior manovale o capocantiere, orgoglio puro, roba da vero ciclismo ignorante… dopo una quarantina di km, incominciamo a credere che le indicazioni date la mattina stessa, da Massimo (l’ideatore ed uno dei motori organizzativi di 150 S-Miles) in merito a dislivelli e pendenze siano stati volutamente forzati, nel tentativo di spaventarci, o giocarci un tiro mancino. Non abbiamo il tempo di convincerne, saranno i successivi 15 km a ridare totale credibilità alle sue parole…. Fatica, parecchia, ma che scenari incredibili…

Schermata 2017-06-26 alle 21.21.07E così, fra un ristoro in un bar, un panino, qualche gel e molte borracce d’acqua, dopo circa 8 ore a macinare sui pedali (le reali saranno di più), giungiamo all’arrivo. Sono le 19.30 circa, che soddisfazione…

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Facce “ciclocentricamente “felici…

Ora, ci sarà sicuramente chi fra di voi, penserà che alla fine si è trattata di poca cosa. Per altri invece potrebbe risultare già una impresa al limite del ragionevole. La realtà dei fatti è che ognuno di noi, decide dove mettere la propria asticella e non esiste una altezza corretta, che possa andare bene per tutti. Ma per l’uomo qualunque, categoria alla quale con fierezza appartengo, il vero segreto è quella di metterla ogni tanto, un pochino più in alto… magari un pochino di più, di quanto potrei ritenere corretto per le mie capacità. E poi riscoprire che il gap, la distanza, fra il “ragionevolmente giusto” e il “forse è troppo” è semplicemente dentro alla mia testa, non è una questione di gambe, ma solo di cuore. E quando ce la faccio, quando ci riesco, quando vado un pochino oltre, allora si, i miei occhi si accendono, le mie batterie si ricaricano, il mio quotidiano assume una luce diversa.

E’ questo che cerchiamo quando affrontiamo una salita. Un modo per affrontare meglio il tempo che ci separa dalla prossima.

Ringraziamenti: non posso esimermi dal menzionare Valerio Fava e Massimo Alfero che sono insieme ai negozi Ciclocentrico e PA Cyclism, gli ideatori e gli organizzatori di questa prima 150 S-Miles. Ribadisco e sottolineo che era tutto praticamente perfetto, quindi non oso immaginare cosa sarà questo evento il prossimo anno! Bravi, bravi, perché è risultato evidente che la passione è stato il vero driver delle vostre scelte!

Pre iscrizioni per il 2018 già aperte?

JT.       jt@cyclist4passion.com

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